Bonifici istantanei: come affrontare l’ostruzionismo delle banche
26 Febbraio 2024
“Non è possibile accontentarla perché non abbiamo ancora ricevuto istruzioni dalla nostra direzione centrale e comunque il regolamento europeo stabilisce che le banche hanno a disposizione 12 mesi per adattarsi alla normativa”
Se fosse quotata dalle agenzie di betting, scommetterei tutti i miei risparmi su tale reazione.
Perché si tratta della risposta quasi certa che riceverete dalla vostra banca se andrete a chiedere l’azzeramento dei costi sostenuti per i bonifici istantanei (o urgenti) oppure eventuali storni di pagamenti effettuati, per colpa della banca, a un diverso beneficiario.
Un diritto acquisito dal consumatore bancario a seguito dell’Instant payment regulation (Ipr), il regolamento comunitario approvato il 7 febbraio scorso, frutto di una proposta della Commissione Europea che risale al 2022, che finalmente stabilisce che sul bonifico istantaneo le banche non potranno più applicare commissioni aggiuntive e il costo di questo servizio non potrà essere più elevato di quello previsto per il bonifico ordinario.
Il bonifico istantaneo (o urgente) è un servizio introdotto nel novembre 2017 spesso utilizzato per pagamenti da piccole e grandi imprese ma oggi molto diffuso anche tra privati, che consente di trasferire denaro da un conto corrente all’altro in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata da parte del beneficiario.
Non solo ma, per effetto di tale normativa, si è fatto un passo avanti verso la sicurezza informatica: le banche dovranno, infatti, verificare anche che l’Iban e il nome del beneficiario corrispondano per avvisare il pagatore di possibili errori o frodi prima della transazione.
Ma perché sono certo che il sistema bancario, che si muove come un bradipo, reagirà in quel modo?
Perché il nuovo regolamento sui pagamenti e bonifici diretti in euro entrerà in vigore dopo 20 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (che non è ancora avvenuta) ma le nuove norme dovranno essere rispettate dagli Stati dell’Ue che hanno 12 mesi per adeguarsi. L’iter prevede, infatti, che sia formalmente approvato dal Consiglio Ue, poi seguirà a livello nazionale un confronto sia da parte del Mef sia da parte della Banca d’Italia con la comunità nazionale ed infine il dialogo proseguirà in fase applicativa nell’ambito Comitato pagamenti Italia, coordinata da Banca d’Italia, sui temi chiave dell’industria dei pagamenti.
Ecco l’alibi che, impropriamente, utilizzeranno le filiali bancarie per un atavico ostruzionismo determinato dalla lentezza di un sistema che penalizza da sempre la competitività dell’economia italiana, soprattutto le imprese di minori dimensioni, particolarmente esposte agli effetti negativi della banca inefficiente.
Quell’ostruzionismo che produce la stessa risposta dall’impiegato di turno che, abituato sempre ad arrampicarsi sugli specchi della deresponsabilizzazione, assume un atteggiamento urticante e difensivo riassunto nella locuzione: “non è colpa della banca!”
Forse non tutti sanno che un bonifico urgente può costare anche 3 euro ciascuno e che ci sono realtà aziendali che, non sempre precise nel rispettare i termini di regolamento pattuiti con i fornitori, sono costrette a fare centinaia di pagamenti urgenti, con notevole aggravio di costi finanziari sui già disastrati bilanci.
Cosa fare?
Semplicemente ricordare al bancario che un regolamento europeo dopo 20 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, produce doveri (nelle banche) e diritti (per il consumatore) indipendentemente dai tempi di attuazione del singolo paese e della singola banca.
Il diritto del consumatore è quindi acquisito per cui se i soldi che la banca ha indebitamente fatto pagare per i bonifici urgenti non vengono restituiti subito nonostante una richiesta legittima, effettuate un reclamo scritto anche all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF).
Volete sapere l’ulteriore reazione del sistema bancario? A breve aumenteranno i costi dei bonifici ordinari per recuperare i mancati introiti derivanti dai bonifici urgenti.
Ma non ho più risparmi per scommettere anche su questo scenario.