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Le banche sono morte per colpa della FinTech
Facebook ha annunciato una nuova moneta digitale. Ultimo esempio dell’avanzata della Financial Technology. Il sistema tradizionale degli istituti di credito non reagisce. E verrà travolto dalla rivoluzione.
Articolo a cura di Vincenzo Imperatore su Lettera43
Napoleone Bonaparte diceva: «Non interrompere mai il tuo nemico mentre sta facendo un errore». Se prendiamo in considerazione questa citazione dello storico imperatore francese, potremmo immaginarci Mark Zuckerberg come un nouveau Julien Sorel, giovane e ambizioso protagonista de Il rosso e il nero, il romanzo di Stendhal.
IL FALSO RITORNELLO DEL «SISTEMA SOLIDO»
Su cosa regge questo paragone? Sull’aforisma iniziale e sulla storia con finale capovolto. Come all’epoca della Restaurazione, troviamo una società conservatrice(il mondo bancario) che muove una repressione dell’energia popolare appellandosi a obsolete attestazioni di tranquillità: «Il sistema bancario è solido», «il sistema bancario gode di ottima salute». Il numero uno di Facebook, probabilmente fervente ammiratore di Napoleone, grazie a un atteggiamento audace soddisferà la sua sete di ascesa sociale, travolgendo i ciechi.
SCONCERTANTE OSTENTAZIONE DI FIDUCIA
Ciò che mi preme non è informarvi che sta arrivando Libra, ma evidenziare che è sconcertante l’ostentazione di fiducia delle banche sulle loro sorti. Il tradizionale sistema bancario è morto, sarà trascinato via dai famelici mostri, e non sta facendo niente per sfuggire alla ghigliottina. Hanno già la testa poggiata.
AVANZATA DELLA FINANCIAL TECHNOLOGY
A Mark non resta che lasciare i nemici crogiolarsi nei loro errori per capovolgere la trama di Stendhal. Mi interesso ormai da tempo al fenomeno della Financial Technology, ossia l’insieme delle tecnologie attraverso le quali si forniscono servizi e prodotti finanziari, e affermo da tempo che «le FinTech sono ciò che taglieranno la testa ai vecchi istituti di credito».
IL VECCHIO MONDO DEL CREDITO SVANIRÀ
Il vecchio e conservatore mondo del credito e la mediazione degli istituti tradizionali non esisterà più. Non è una previsione, solamente una disamina degli scenari. Npl (Non performing loan, cioè crediti deteriorati), etica della governance, ricambio generazionale, inefficienza dei controlli. Per anni le attenzioni delle banche riguardanti il futuro si sono concentrate solo su questi aspetti, per risolvere la preoccupazione di mostrarsi forti e potenti. Continuano a farlo, ma se sei troppo impegnato a proteggere lo status quo perdi di vista le prospettive, ciò a cui sei impreparato.
INCAPACITÀ DI INQUADRARE I NUOVI PLAYER
Da interessato lettore e osservatore mi chiedevo: hanno previsto la loro fine? Alcuni studi di Moneyfarm del 2017 riportavano: la FinTech è temuta dall’83% dell’industria di servizi finanziari tradizionali, ma nessuno fa nulla per reagire. La cecità e l’incapacità si è protratta. Nemmeno i migliori analisti riuscivano a identificare i nuovi player in arrivo. Eppure per non essere schiacciati dalle nuove tecnologie dovevano anticiparle.
RIVOLUZIONE DI FACEBOOK, GOOGLE E YAHOO
Ora soccomberanno a chi ha meditato le proprie mosse e ha in bagaglio una serie di attitudini sconosciute al mondo bancario. Questo è il caso di Facebook, Google, Yahoo eccetera. Soprattutto del primo.
PRIMI SEGNALI GIÀ DAL 2017
Facebook già nel 2017 acquistò una licenza bancaria in Irlanda per offrire prestiti personali ai propri utenti. Nessuno se li è filati, anzi si sono defilati. Nessuno ha pensato alle prospettive di affermazione nel settore bancario che si sarebbero profilate.
LIBRA, LA NUOVA MONETA DIGITALE
Facebook ha annunciato Libra (o GlobalCoin), una nuova moneta digitale con la quale, dal 2020, sarà possibile fare acquisti sulla piattaforma o scambiarsi somme di denaro. L’idea è quella di permettere l’utilizzo di quest’ultima anche nel mondo fisico, con l’obiettivo di trasformare la nuova “moneta” in una forma di pagamento transnazionale. Era così prevedibile.
NIENTE FLUTTUAZIONI DA CRIPTO-MERCATO
Stiamo parlando di una moneta virtuale, come quelle già esistenti ma diversa in un aspetto determinante per le reazioni emotive del cittadino comune. Libra sarà infatti una stablecoin fiat collateralized: il suo valore sarà legato a quello di una o più valute (probabilmente il dollaro Usa o addirittura un paniere internazionale), così da evitare le fluttuazioni caratteristiche del cripto-mercato che tanto (e giustamente) spaventano il consumatore non esperto. Il punto di forza, insomma, sarà la stabilità, collegando la moneta a risorse misurabili ma mantenendo l’autonomia rispetto alle banche centrali.
STA CAMBIANDO TUTTO, LE BANCHE NON L’HANNO CAPITO
Sta cambiando tutto, era nell’aria, nomi imponenti della finanza e dell’e-commercelo hanno capito, le banche no. I primi nemici no. Il progetto di Mark Zuckerberg “Sorel” vede la partecipazione di Visa, Mastercard, Paypal, Uber, Booking, Stripe, Mercado Libre, Spotify, Vodafone, Iliad, eBay, Farfetch, Andreessen Horowitz e ancora Xapo e Coinbase. Potrei continuare ancora, sarebbero un centinaio: ognuno di loro investirà 10 milioni di dollari, così da far da garanzia alla moneta attraverso la Libra Foundation, un consorzio che non dipenderà da nessuno ma sarà gestito da Facebook.
LA SUPER SQUADRA DI ZUCKERBERG
Capirete che il progetto è forte e per evitare qualsiasi tipo di falla l’amministratore delegato di Facebook ha radunato i migliori in circolazione. Ed Bowles, chief of publics affairs di Standard Chartered in Europa, seguirà da vicino le mosse della Comunità europea; Nick Clegg, ex vice primo ministro britannico, curerà gli affari globali e la comunicazione; David Marcus, prima numero uno di PayPal, guiderà il progetto insieme con Sunita Parasuraman, ex capo delle operazioni in tesoreria di Facebook.
GESTIONE DEL PATRIMONIO PIÙ GRANDE DEL MONDO
Uomini, ma anche relazioni. Negli scorsi mesi Zuckerberg ha tenuto riunioni con funzionari del Tesoro americano, Western Union e Mark Carney, governatore americano della Banca d’Inghilterra. Cose in grande, perché Libra integra una blockchain (una tecnologia che garantisce le transazioni sulla base di un meccanismo di consenso in Rete) con un network di cui fa parte un quarto della popolazione mondiale, che potrà gestire i propri fondi e i microcrediti dal proprio telefono o tablet. Miliardi di account. La piattaforma gestirà il data patrimonio più grande al mondo. Potrà mettersi contro tutti senza farlo davvero, si prenderà tutto sottraendo più che combattendo.
I NEMICI CONTINUANO NEI LORO ERRORI
Tutto ciò perché i nemici hanno sbagliato, hanno protratto gli errori e, completamente da soli, hanno abdicato il potere senza rendersene conto.
Le banche dopo essersi defilate (vedi Jean Pierre Mustier, capopopolo dell’uscita di Unicredit da Facebook e i servizi correlati) non potranno fare altro che associarsi per non soccombere.
I punti deboli al momento sono troppi:
- Il primo è la qualità del management e la capacità di fare innovazione.
- Il secondo è la velocità (o lentezza) di risposta della tecnologia, che influenza, anche psicologicamente, i rapporti di forza tra domanda e offerta di servizi finanziari.
- Il terzo, grosso come un macigno, è la mancanza di fiducia che le banche hanno seminato nel corso degli ultimi anni nell’opinione pubblica e nel mercato in generale. I clienti, sempre più esigenti, sempre più smart, sono pronti ad affidarsi a nuovi player. Pensate a quanto le banche sono distanti. Scattano i minuti di recupero, si aggreghi chi può.
C’è una nuova rivoluzione in atto, la storia si ripete ma è capovolta. Le banche alla ghigliottina hanno scelto come ultime parole: «Il sistema è solido». Ma sta per perdere la testa.