By: account
“Non vedo, non sento, non parlo”
Polizze assicurative, regolarmente vendute, che non vengono attivate. È l’ennesimo frutto di politiche aggressive e poco etiche. Anche il “Banchiere dell’Anno 2017” dovrebbe prestare attenzione…
Articolo a cura di Vincenzo Imperatore
Effettivamente meritato. E più volte sostenuto, sebbene con qualche riserva, sulle colonne di questo giornale L’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, è stato nominato “Banchiere dell’Anno 2017” da Euromoney, pubblicazione finanziaria leader a livello mondiale.
TRASFORMAZIONE DI UNA BANCA. La motivazione? «Jean Pierre Mustier è stato nominato un anno fa e ha già compiuto passi da gigante nel percorso di trasformazione di una banca italiana in difficoltà in una banca europea con un futuro radioso. Gli obiettivi raggiunti includono il completamento di un aumento di capitale da 13 miliardi di euro, le cessioni di attività e rami d’azienda non strategici e non performanti, realizzate al momento giusto e al prezzo adeguato, e un’incrollabile determinazione nel perseguire la strategia prestabilita».
TUTTO FATTO IN UN SOLO ANNO. Ma soprattutto, «Unicredit è la storia di un gruppo dirigente guidato da un amministratore delegato pragmatico e determinato che ha fatto rinascere un senso di orgoglio e uno scopo in un’istituzione indebolita. Sembra quindi appropriato chiedersi: si è mai visto prima d’ora un amministratore delegato di una banca realizzare tutto ciò in un solo anno?».
Aggiungerei anche la grande determinazione nel liberarsi in meno di 48 ore dell’intero gruppo di top manager che aveva portato la banca allo sconquasso; una sorta di “pulizia etica” che, come nel gioco dell’oca, ha condotto stranamente (ma questo lo dobbiamo chiedere alla politica del “cambiamento”) quei manager, spesso con un curriculum non all’altezza, a trovare immediata sistemazione nelle governance delle banche in crisi facendoci porre dei quesiti: ma se questi manager erano stati giudicati anziani e superati dalla prima banca del Paese e rimossi dai loro incarichi operativi, come mai poi vanno a dirigere banche che sono uscite da un fallimento e che continuano a essere inefficienti?
BISOGNI CHE NON ESISTEVANO. Aggiungerei anche la veloce risolutezza con cui ha rimosso quella vergognosa iniziativa commerciale chiamata “Subito Banca” che aveva trasformato la prima banca del Paese nel più grande megastore di elettrodomestici; televisori, computer, cellulari, tablet, scooter, tapis roulant sono stati venduti da questa banca soprattutto utilizzando il solito atteggiamento estorsivo di negare un credito a chi si rifiutava di acquistare un prodotto che probabilmente già possedeva o di cui non se ne avvertiva la necessità, creando bisogni che non esistevano o che non potevano essere soddisfatti.
BASTAVANO GIÀ QUELLI PRIMARI. Veri avvoltoi che hanno svolazzato nei cieli di una crisi economica che in questi ultimi anni non è riuscita neppure ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni primari. Figuriamoci se poi uno che aveva bisogno di un prestito per mandare suo figlio all’università poteva pensare di farsi un’oretta di tapis roulant.
È tanto, davvero tanto, soprattutto se si pensa, così come ribadito da Euromoney nelle motivazioni del premio, che tutto ciò è stato realizzato in un anno. Ora però occorre andare oltre. Oltre il cambio al vertice. Chi conosce questa banca sa che la vera inefficienza gestionale sta a valle dell’ad, e soprattutto nel management della rete commerciale (filiali).
DÉJÀ-VU DEL CASO KERVIEL. Un problema, quello della inefficienza manageriale e delle politiche commerciali aggressive e poco etiche, che, sebbene aveva l’origine nelle strategie del top management, aveva prodotto guai a catena su tutta la rete. Non vorremmo che rivivesse un déjà–vu del caso Kerviel in Société générale, laddove raccontano che “l’imprevisto” nacque per mancanza di comprensione (più che di controllo) dei sistemi informatici e del personale.
L’ULTIMA SEGNALAZIONE. Si sposti, vada in giro, ascolti la gente di rete, tuteli il whistleblowing, stimoli la denuncia. Solo così forse Mustier riuscirebbe a sapere ciò che mi è stato riportato da un dipendente (low management di filiale) che mi ha segnalato l’ultima diavoleria legata a una politica di vendita “aggressiva”.
I prestiti personali sono finanziamenti di importo modesto (mediamente mass 50 mila euro) destinati a fronteggiare acquisto di beni durevoli o comunque spese impreviste. Sistematicamente e inevitabilmente – mi riferisce la gola profonda – il beneficiario di un prestito personale deve comprare anche una polizza assicurativa che lo tuteli dal rischio di morte, invalidità permanente e anche dal rischio licenziamento in maniera tale da garantire agli eredi una tranquillità nel caso in cui, per effetto degli eventi sopra descritti, non potesse più produrre reddito e pagare le rate del mutuo. Il debito residuo, in quel caso, è pagato dalla compagnia di assicurazione.
SCARSA ATTENZIONE AL CLIENTE. Nulla di nuovo fin qui. Nulla è cambiato rispetto a quattro anni fa quando per la prima volta denunciai inganni e raggiri in Io so e ho le prove. Ma l’aspetto nuovo della vicenda riguarda il fatto che quelle polizze assicurative, benché regolarmente vendute, sistematicamente (testuali parole), molto spesso per impreparazione ma soprattutto per l’atavica scarsa attenzione alla customer satisfaction, non sono “attivate”. Dopo la formalizzazione dei contratti non si avvia la procedura per mettere in “copertura” i rischi per pagare l’eventuale premio nel caso in cui si verificano gli eventi.
TORTURE DELLE SOCIETÀ DI RECUPERO. Per cui si arriva spesso al paradosso che gli eredi dell’assicurato, che non ha potuto piu pagare regolarmente le rate, spesso non consapevoli dell’esistenza di una polizza assicurativa si ritrovano nella morsa delle segnalazioni nelle banche dati come morosi e sottoposti alla tortura dei pressanti solleciti delle società di recupero.
NON SI FACCIA COME LE TRE SCIMMIE. E nessuno in banca riferisce a quei poveretti della esistenza della polizza che tra l’altro non avrebbe più alcun effetto. Intervenga subito, dottor Mustier. Non aspetti di consegnare la banca ai suoi connazionali seguendo l’esempio delle tre scimmie del santuario di Toshogu a Nikka in Giappone. Con stima.