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Centrale rischi, tutta la verità sulle minacce delle banche
Delle subdole metodologie utilizzate dagli istituti per intimorire i clienti, la tanto temuta «segnalazione» è la più diffusa. Ecco quello che c’è da sapere. E come difendersi.
Articolo di Vincenzo Imperatore su Lettera43
Niente da fare. Le banche continuano a fare terrorismo psicologico, a utilizzare metodologie subdole e minacciose per intimorire i clienti. La menzogna che ancora oggi le banche utilizzano maggiormente come minaccia è la «segnalazione alla Centrale rischi». Abbiamo già affrontato tempo fa il tema, ma credo che l’unico modo per difendersi rimanga la conoscenza degli strumenti perché solo l’informazione dà forza e potere. E allora ritorniamo a fare educazione finanziaria cercando di spiegare cosa è la Centrale rischi. Cominciamo col dire che è esigenza primaria per le banche, per una buona conduzione delle relazioni creditizie, mettersi in grado di recepire con la massima tempestività ogni necessità e ogni mutamento nella “vita” della clientela che richiede un prestito o che ha già ottenuto un finanziamento. Ne consegue l’opportunità per l’istituto di credito di impostare e sviluppare un’attività svolta all’approfondimento conoscitivo dello “status” del singolo cliente affidato.
LA PERCEZIONE DEL RISCHIO. Tra gli scopi del servizio vi è quello di consentire alle aziende di credito di prendere decisioni riguardanti concessioni di fido avendo a disposizione dati sullo stato di indebitamento potenziale ed effettivo della clientela. Infatti, “nell’affidare” un nominativo e nel sorvegliare successivamente l’andamento della relazione, assume notevole importanza la percezione del rischio e la determinazione dei suoi “bisogni finanziari” e, soprattutto, della loro evoluzione nel tempo. Tale percezione è consentita dall’utilizzo di una serie di strumenti (o fonti di analisi) predisposti per seguire costantemente l’andamento della relazione con il cliente affidato, in genere rappresentato da un’impresa. Convenzionalmente dette “fonti” sono distinte in: interne, quelle che forniscono notizie attinte dal lavoro svolto presso l’istituto; esterne, quelle provenienti dall’esterno della banca.
FONTI INTERNE ED ESTERNE. Tra i vari elementi delle “fonti esterne” troviamo anche i tabulati e le elaborazioni fornite dalla Centrale dei rischi; tali elementi riportano, per ciascun “soggetto giuridico” affidato, il totale delle esposizioni nei confronti del sistema bancario. La Centrale rischi non è altro che una banca dati gestita da Bankitalia e dall’Abi (Associazione Bancaria Italiana) creata, con inizio dal 31 marzo 1964, in forza di una delibera del Comitato per il Credito ed il Risparmio, che trae fondamento da una disposizione della “Legge Bancaria” (art.32 lett. h), il cui compito è di raccogliere dalle banche e intermediari finanziari non bancari (ma che esercitano attivita di finanziamento in via prevalente) segnalazioni sui rischi creditizi in corso con i loro clienti, di riassumerle e comunicare, come flusso di ritorno, i rischi globali dell’intero sistema finanziario nei confronti dei nominativi segnalati.
Le segnalazioni sono quindi individuali, riferite cioè a singoli “soggetti giuridici” o anche persone fisiche, e sono mensili, nel senso che alla fine di ogni mese ciascun intermediario finanziario trasmette la situazione di ciascun cliente che ha però superato un limite minimo di segnalazione che è di 31.246 euro. Pertanto in Centrale rischi non sono segnalati i finanziamenti di importo inferiore a tale soglia (che però sono vigilati dagli istituti di credito tramite la Crif, altra banca dati di cui parleremo in un’altra puntata). C’è una unica eccezione: un prestito già classificato a “sofferenze” può essere segnalato a partire da un importo di 250 euro. In altri termini, quei crediti bancari la cui riscossione non è certa (per le banche e gli intermediari finanziari che hanno erogato il finanziamento) per almeno 250 euro poiché i soggetti debitori si trovano in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
DUE CATEGORIE DI OGGETTI SEGNALATI. Ma come si legge una Centrale rischi? Ci sono due macrocategorie di “oggetti” segnalati. I rischi diretti sono quelli che derivano dalla concessione, da parte delle banche, di un affidamento ad un nominativo. Nella forma più semplice vengono di solito individuati due soggetti. Per ogni prestito erogato (ricordiamo di importo superiore a 31.246 euro) la banca segnala un “accordato” (l’ammontare messo a disposizione del cliente sulla base di un contratto) e un “utilizzato”, cioé la parte effettivamente presa a prestito e che corrisponde al saldo contabile di fine mese del conto su cui si appoggia il finanziamento “accordato”. Se l’utilizzato del singolo rapporto risulta superiore al relativo accordato, si determina lo sconfinamento, pure oggetto di segnalazione.
Poi ci sono i rischi indiretti (anche definiti Garanzie Prestate al sistema), quelli che la banca ha nei confronti di nominativi che hanno rilasciato garanzie personali (fideiussioni a sostegno di affidamenti concessi a terzi. Si definiscono “rischi indiretti” perché, in caso di insolvenza dell’obbligato principale (affidato), risponde il garante con il suo patrimonio (ad esempio, il fideiussore). Per questo tipo di rischi si individuano, nella forma più semplice, tre soggetti. In questo caso l’importo da prendere in considerazione è il maggiore tra “l’accordato” e “l’utilizzato” del rapporto diretto tra banca e affidato sempre che superi il limite di 31.246 euro e tenendo presente che non può superare l’importo della garanzia personale (fideiussione). Infine è importante sapere che la segnalazione della Centrale rischi viaggia con un ritardo di oltre 45 giorni rispetto al momento della rilevazione nel senso che oggi, 7 luglio 2017, possiamo leggere i dati relativi a maggio scorso. Sappiamo qualcosa piu di ieri? Speriamo possa servire a non farvi minacciare. Alla prossima.