By: gestione
“Io so e ho le prove” in scena a Napoli
(ANSA) – NAPOLI, 28 FEB – Approda al Teatro Nuovo di Napoli “Io so e ho le prove” di e con Giovanni Meola, tratto dall’omonimo libro di Vincenzo Imperatore. Lo spettacolo di Meola (regista da sempre impegnato nel teatro di denuncia e pluripremiato anche per lavori cinematografici ispirati alla legalità e al sociale), ha debuttato a gennaio al Teatro Piccolo Re di Roma, dopo la presentazione con una tavola rotonda nella sede di Banca Etica a Roma. In “Io So e Ho Le Prove” è la prima volta che un ex-manager bancario racconta tutto. Vincenzo Imperatore è stato per più di vent’anni nelle direzioni operative di alcuni tra i più prestigiosi istituti di credito italiani, prima e dopo la crisi economica. La sua testimonianza, nata da una presa di coscienza che ha completamente capovolto il suo approccio al mondo bancario, svela i segreti, le strategie e le manipolazioni delle banche a danno dei tanti correntisti e risparmiatori, nonché dei tanti piccoli e medi imprenditori che formavano e formano la spina dorsale dell’economia reale di questo paese. La riduzione teatrale di Giovanni Meola, autore, attore, regista, ha la particolarità per essere un monologo, ed è un monologo, di essere arricchito di una presenza in scena, quella di Daniela Esposito, che un po’ alla maniera del muto Harpo dei fratelli Marx, fa da contrappunto al protagonista con vocalizzi, suoni e rumori. Daniela Esposito, musicista, strumentista e rumorista, firma le musiche originali dello spettacolo e interpreta i vari personaggi che il rampante bancario in carriera incontra nella sua vita. In questo modo acuto e ironico, Meola adatta al palcoscenico il racconto che Imperatore fa di una parte della sua vita, legata a doppio filo alla sua vicenda lavorativa, dai successi negli studi alla stellata carriera in banca, fino alla sua “redenzione”. Una presa di coscienza che lo porta ad abbandonare il mondo di quelle operazioni bancarie, “raffinate”, ma micidiali per i correntisti, spesso definite “spazzatura”, fino a sostenere e difendere i diritti dei tantissimi clienti truffati. ”Quando ho conosciuto Giovanni – spiega Imperatore – che mi richiese i diritti del libro, sebbene avessi percepito un’immediata empatia, mai avrei pensato che il mio libro potesse essere drammatizzato per uno spettacolo teatrale. Non riuscivo a immaginarlo, non capivo in che termini potesse essere portato in scena. Poi ci siamo conosciuti in maniera profonda: tanti incontri, confronti, rivelazioni che non avevo neppure inserito nel libro. Così quando, circa diciotto mesi dopo, ho letto finalmente il testo, ho capito che Giovanni aveva scritto addirittura meglio di me ciò che avrei voluto dire. David Forster Wallace diceva che ‘Gli unici libri che ci influenzano sono quelli per i quali siamo pronti e che sono andati leggermente oltre nel nostro particolare cammino’ ”