By: gestione
Peer to peer, prestito tra privati di cui nessuno vi parla
Ci si scambia denaro saltando gli intermediari bancari. Ma i media pro lobby tacciono.
Articolo a firma di Vincenzo Imperatore tratto da “Lettera43”
Proseguiamo nell’analisi degli strumenti di finanza alternativa parlando del “peer to peer”.
Un ulteriore metodo di microcredito, più diretto al singolo che all’impresa, per raccogliere finanziamenti «da pari a pari», che in questo caso significa da privato a privato.
Il prestito tra privati rappresenta un’evoluzione del mercato creditizio, sempre più attento alle esigenze degli utenti di internet, e ha la caratteristica di permettere a chiunque, in maniera trasparente e saltando gli intermediari bancari, di risparmiare (a chi richiede soldi) e di guadagnare (a chi li presta).
Si parla anche di «prestito sociale», perché finanziatori e richiedenti hanno la possibilità di conoscersi, di entrare in una community e decidere in maniera libera a chi prestare denaro e per quale fine o a quale tasso.
Ma il termine «social» potrebbe essere anche fuorviante: meglio chiamarli nuovi prestiti, erogati da piattaforme che non c’entrano nulla con gli istituti di credito, che hanno costi di personale estremamente bassi, che raccolgono capitale da privati direttamente sui loro siti e valutano la gran parte delle richieste tramite un algoritmo.
STATI UNITI PIÙ AVANTI. Il sistema dei prestiti peer to peer è diffuso in tutto il mondo, ma a essere sempre più avanti degli altri sono gli Stati Uniti, dove ci sono due siti che spopolano e che fungono da faro per il resto del mondo: Lending Club e Prosper.
In Italia le community del credito al consumo sono un fenomeno recente e ormai conosciuto grazie a Zopa (Zone of Possible Agreement, ossia Zona di possibile accordo) e Boober.
In Zopa – la piattaforma più vicina alle esigenze descritte finora – chi decide di stare dalla parte dei finanziatori, pagando una commissione annuale dell’1% sulla somma prestata ai richiedenti, è mosso da un duplice fine: investire il denaro per una giusta causa, in modo trasparente, e ottenere un rendimento a fronte di un rischio più basso (il cliente viene selezionato) della media e frazionato tra almeno 50 richiedenti.
NIENTE BANCHE E FINAZIARIE. Anche chi richiede un prestito è mosso da un duplice fine: non favorire gli interessi di banche e finanziarie, ma quelli di altre persone e ottenere tassi più bassi della media, quindi risparmiare.
Perché se ne parla sempre poco? Perché i media asserviti alla lobby bancaria sanno perfettamente che nel peer to peer sta per abbattersi lo tsunami dalle sembianze dei grandi colossi come Apple, Facebook, Google, Amazon, Yahoo! che si apprestano a entrare nel mondo finanziario per stravolgerlo.
Conservate questo articolo, ne riparliamo tra qualche anno…