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Pmi, come navigare tra le trappole di web e social per prendere decisioni consapevoli
17 Agosto
Quando ci troviamo a dover prendere decisioni importanti, soprattutto strategiche per la nostra impresa, le informazioni che riceviamo giocano un ruolo fondamentale. Tuttavia, soprattutto nell’era della confusione dettata dai social network, non tutte le informazioni sono ugualmente affidabili o rilevanti. Per un piccolo imprenditore, che potrebbe non avere accesso alle risorse o al tempo per approfondire ogni dettaglio, è cruciale saper distinguere tra ciò che è utile e ciò che non lo è. Vediamo come affrontare questo processo di valutazione delle informazioni, utilizzando esempi più vicini alla realtà quotidiana di chi gestisce una piccola azienda.Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che non tutte le affermazioni sono fatti. Immaginate di leggere un articolo online che afferma che le aziende che investono nel marketing digitale crescono più velocemente. È un’affermazione che potrebbe subito catturare la vostra attenzione, soprattutto se state cercando di far crescere la vostra attività. Tuttavia, è importante chiedersi: questa affermazione è basata su dati concreti? Potrebbe essere una generalizzazione fatta per vendere servizi di marketing piuttosto che un dato di fatto. Ad esempio, un piccolo imprenditore potrebbe imbattersi in un caso di studio che mostra come un ristorante locale abbia aumentato le vendite del 50% grazie a una campagna pubblicitaria su Facebook. Un numero (50%) che non esprime un fatto: magari quel ristorante aveva già una forte base di clienti e una buona reputazione online, fattori che hanno contribuito al successo della campagna più della pubblicità stessa.
In secondo luogo, dobbiamo metabolizzare che non tutti i fatti sono rappresentativi. Un’altra trappola comune è prendere una singola storia di successo e considerarla una regola generale. Magari avete sentito parlare di un piccolo negozio di quartiere che è riuscito a espandersi grazie all’apertura di un e-commerce. Questo potrebbe portarvi a pensare che fare lo stesso per il vostro negozio sia una scelta vincente. Tuttavia, bisogna riflettere: quanti altri negozi hanno tentato la stessa strategia senza successo? Forse l’e-commerce ha funzionato per quel particolare negozio perché aveva già un pubblico online attivo o perché il prodotto che vendeva era particolarmente adatto alla vendita online. È importante non farsi influenzare solo dalle storie di successo, ma considerare il quadro completo.
In terzo luogo, occorre capire che i dati non sono sempre oro colato. Anche quando ci sono dei dati a supporto di una tesi, questi potrebbero non essere determinanti. Ad esempio, potreste trovare uno studio che mostra che le aziende che offrono benefit ai dipendenti, come orari flessibili o assicurazioni sanitarie, hanno una maggiore produttività. Questo potrebbe indurvi a pensare che offrire questi benefit ai vostri dipendenti migliorerà la produttività della vostra azienda. Tuttavia, è necessario chiedersi: è davvero questa la causa? Potrebbe essere che solo le aziende che già performano bene possono permettersi di offrire questi benefit e non il contrario.
Infine, è necessario sempre verificare l’applicabilità delle evidenze al vostro contesto. Anche quando una ricerca è solida e ben fondata, è fondamentale chiedersi se i risultati siano applicabili al vostro contesto specifico. Ad esempio, se uno studio dimostra che l’adozione di tecnologie avanzate ha migliorato la produttività in un’azienda manifatturiera di grandi dimensioni, non è detto che lo stesso valga per la vostra piccola impresa che opera in un settore diverso, per cui magari investire in un nuovo software gestionale più semplice e intuitivo sarebbe potuta essere una scelta più pragmatica e immediatamente utile.
Quando ci troviamo di fronte a nuove informazioni, è utile porsi alcune semplici domande: le affermazioni che leggiamo sono supportate da dati concreti? Le storie che sentiamo sono rappresentative o solo casi isolati? I dati presentati sono conclusivi o ci sono altre spiegazioni possibili? E soprattutto, queste informazioni sono rilevanti per la nostra realtà?
In sintesi, valutare correttamente le informazioni non richiede un approccio complesso o un’analisi statistica avanzata. Con un po’ di buon senso, pensiero critico e una dose di scetticismo, si può evitare di prendere decisioni basate su informazioni fuorvianti o non rilevanti per la propria attività. E ricorda: non c’è nulla di sbagliato nell’affidarsi alla propria intuizione, ma è sempre meglio supportarla con fatti solidi e ben ponderati.