Indici macroeconomici e livelli di benessere: necessari anche per i piccoli imprenditori
13 Novembre 2023
Negli ultimi anni sono emersi a valanga nuovi indici macroeconomici per misurare la forza relativa dei paesi e il loro progresso (o declino) nel tempo. Troppi sicuramente ma che non giustificano comunque l’assoluta ignoranza di quelli principali da parte degli imprenditori.
Si tratta, infatti, di un lavoro importante che dovrebbe interessare non solo gli economisti che affrontano i temi dello sviluppo, ma anche gli imprenditori/manager a capo di piccole aziende.
Nella mia veste di persona che ha dedicato una sproporzionata quantità di tempo a studiare e lavorare per lo sviluppo di queste realtà, mi sento di offrire quattro riflessioni da tenere a mente.
Prima, e più importante, riflessione: tutti questi indici macroeconomici si basano sulla convinzione che limitarsi a misurare solo il prodotto economico (PIL = REDDITO) consente insufficiente comprensione di come aumentare la competitività dei paesi (e delle aziende), e tantomeno il benessere dei cittadini (e dei dipendenti). Come ho già avuto modo di scrivere su queste colonne, nel 1972 il nuovo re del Bhutan dichiarò che da quel momento in poi il suo Paese avrebbe misurato il proprio progresso in termini di “felicità nazionale lorda”. L’idea di misurare la performance nazionale al di là del Pil si è poi diffusa. Nel 1990 l’ONU lanciò il suo Human Development Report che include fattori quali l’eguaglianza di genere, l’istruzione e la salute. E la cosa ha preso sempre più piede.
Perché non provare, per esempio, a verificare, con un semplice questionario (anonimo), anche il clima e la felicità interna ad una azienda?
In secondo luogo, ogni indice ha la sua peculiarità. Oltre a quei tre/quattro indici fondamentali (Pil, tasso di inflazione, tasso di riferimento della Banca Centrale, ecc), nel vostro cruscotto da aggiornare trimestralmente (non è un gran lavoro!) dovrebbero esserci alcuni riferimenti specifici al settore in cui operate. Se, ad esempio, la vostra azienda lavora a stretto contatto (come cliente o fornitore) del settore pubblico e il vostro interesse si concentra su un minor grado di corruzione, allora è l’indice di percezione della corruzione di Transparency International quello che fa per voi. Se mettete l’accento sul recupero crediti, guardate il report Insolvenze di Allianz che vi fotografa anche la relativa situazione del vostro settore di business.
Terzo, la questione degli indici si gioca sugli aspetti prescrittivi, non solo descrittivi. Volendo esasperare il concetto, possiamo dire che descrittivo è un indice che formula e trasmette informazioni su un contesto (“L’Italia è un paese dove c’è molta corruzione”). Prescrittivo è, invece, un indice diretto a modificare il comportamento di uomini (“Aprite nuove imprese e non pensate solo al posto fisso”). A tal riguardo, per esempio, l’Economist riferisce che nell’ultimo ventennio nel mondo sono state avviate migliaia di riforme di liberalizzazione semplicemente interpretando l’indice della World Bank sulla facilità di fare business che, nella sua nuova versione (la pubblicazione è stata sospesa nel 2020 per “profondi problemi etici derivanti dalla condotta di alcuni ex funzionari e del personale in carica della Banca”), dovrebbe meglio valutare la legislazione e gli oneri amministrativi con cui si confrontano le imprese nella loro attività imprenditoriale.
Quanto è importante una informazione del genere per aziende, ad esempio i brand delle pizzerie napoletane, che intendono esportare il loro modello in altri paesi (anche attraverso il franchising)?
Infine, aspettatevi che arrivino altri indici. Siate alla ricerca di indici specifici che vengono sfornati continuamente. Ad esempio per le aziende di trasporto merci su strada, Transport Intelligence produce nuovi ed aggiornati indici basati su ricerche di mercato convenienti e di alta qualità. Non chiedeteli ai commercialisti che non sempre li conoscono.
Sarò forse costretto a controllare continuamente il piccolo cruscotto di cui avete bisogno.