L’imprenditore approssimativo si salva, l’indeciso muore
Nulla oggi nella gestione d’impresa, ed a maggior ragione della piccola impresa, è certo. L’unica certezza che ha il piccolo imprenditore-manager è l’incertezza gestionale. Le previsioni anche più raffinate, non sono certezze, anche se ancora molti (troppi) credono che una volta enunciate debbano essere tali. E di fronte alla indeterminazione, non decidono. La cultura dell’indecisione deve essere sostituita da quella probabilistica.
Perché di fronte alla scelta e alle opzioni gestionali, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere per la mancanza di dati certi.
A tranquillizzare e confortare coloro che cercano inutilmente o troppo costosamente l’esattezza nello studio dei fenomeni della vita, nella fisica, nella chimica, nella meccanica, nell’elettronica ma soprattutto nel management, ci ha pensato all’inizio del Novecento il premio Nobel Albert Einstein affermando “Non tutto ciò che conta può essere esattamente misurato” e aggiungendo, rammaricato ma convinto “Per contro non tutto quello che può essere misurato con esattezza, conta effettivamente”.
Non è un caso se il fisico svizzero-tedesco-statunitense è stato il padre della teoria della relatività. “L’imprenditore-manager approssimativo” è colui che non ha dogmi, che accetta l’esistenza di approcci diversi per la risoluzione dello stesso problema, che non sente il bisogno di avere tutte le informazioni necessarie per una buona decisione e decide comunque, ma lo fa rapidamente, che rispetta idee e pareri alternativi ai suoi e talvolta modifica anche le sue idee o le sue convinzioni.
“L’imprenditore-manager approssimativo” non è un qualunquista o un superficiale. E persona con i piedi per terra che conosce i limiti della cosiddetta “scienza del management”.
Anche lui parla con i numeri ma con numeri provvisti di un campo di tolleranza. Più che sui numeri egli discute con intelligenza sul campo di tolleranza. Un conto è dire “100 con tolleranza più o meno 5”, un altro è dire “100 con tolleranza più o meno 30”. Ragionare con approssimazione non vuol dire rifiutare i numeri o non considerarli importanti. L’imprenditore-manager approssimativo” accetta l’affermazione di Darwin che dice: “Quando possiamo misurare la cosa di cui stiamo parlando ed esprimerla in numeri, solo allora noi acquisiamo la conoscenza di quella cosa”, ma nel recitare questa affermazione come un “mantra” calca la voce su “Quando” e cioè “Se possiamo…”.
Adotta, in altri termini, una metodologia di simulazione degli eventi futuri sulla base della misurazione di quelli passati.
La simulazione consiste nella messa a punto di un modello analogico (non necessariamente matematico), grazie al quale poter esaminare le alternative di risposta sulla base di alternative di accadimento. La simulazione risponde alla domanda: “E se?”.
“E se entrasse improvvisamente nel mercato un nuovo competitor?”, “E se perdessimo quel cliente?”, “E se il nuovo impianto non desse le prestazioni previste?”, “E se non raggiungessimo quel livello di fatturato?”, “E se ci fossimo indebitati più del dovuto?”
La simulazione non è dunque una profezia ma neanche una indecisione.
La simulazione è una palestra decisionale nella quale ci si allena a scegliere diverse soluzioni di risposta, a individuare gli eventuali vincoli o i probabili errori e per valutarne i benefici probabili.
Non sempre le simulazioni possono contemplare tutte le ipotesi, ma ciò non autorizza a non allenarsi alle ipotesi.
Racconta Rudolph Giuliani, sindaco di New York alla data dell’attacco alle Torri Gemelle, l’11 Settembre 2001, nella sua autobiografia: “Alcuni mesi prima dell’evento simulammo lo schianto di un aereo sui palazzi di Queens e di un attacco a Manhattan. Decidemmo nel dettaglio come affrontare un incidente aereo ma non pensammo, in queste simulazioni, che quattro aerei venissero dirottati contemporaneamente e fossero trasformati in missili”. Nel caso specifico non c’era infatti una serie storica che permettesse di anticipare un così incredibile evento. E chi mai avrebbe avuto il coraggio mesi prima di chiedersi e di chiedere: “E se un’organizzazione terroristica si impadronisse contemporaneamente di quattro aerei e ne dirottasse due sulle Twin Towers procurando il loro crollo e quello di altri cinque edifici circostanti, causando la morte di 2.797 persone?”
Accettare l’approssimazione, pur nella consapevolezza di non poter prevedere tutto, è il miglior modo per affrontare una realtà turbolenta e caotica. Cercare la precisione in un contesto in constante evoluzione è inutile e dannoso.
Se Galilei disse “Tutto è misurabile”, a me piace integrarlo, con umiltà, con la frase “ma con un grado di approssimazione e di affidabilità variabile nel tempo e nei contesti.” .
Non confondiamo l’imprenditore-manager approssimativo con l’indeciso: il primo ha stabilito di seguire una metodologia di lavoro che probabilmente lo salva; il secondo, resistente al cambiamento, muore sicuramente.
Un mondo di auguri per il 2022 a tutti i piccoli imprenditori.