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Bloccato il lancio in Italia di un prodotto assicurativo del Liechtenstein: a volte scrivere serve o è solo un caso?
E’ solo un caso.
Più o meno in concomitanza con la pubblicazione del mio post della scorsa settimana relativo ai rischi insiti nei prodotti made in Liechtenstein, c’è stata la sospensione del lancio sul mercato italiano del prodotto assicurativo di PrismaLife, una primaria compagnia assicurativa del piccolo principato.
Probabilmente le autorità di casa nostra, in primis l’Ivass (l’autorità di vigilanza assicurativa), si sono svegliate dal torpore in cui erano cadute negli ultimi anni richiedendo chiarimenti e il blocco del lancio alla Fma (Autorità di Vigilanza del Mercato Finanziario del Liechtenstein), visto che l’autorità di casa nostra non ha potere di intervento sulle compagnie estere.
A dire il vero, almeno fino ad oggi, nella sezione italiana del sito di questa compagnia non sono più disponibili, contrariamente a quanto presente fino a qualche settimana fa, i documenti relativi al prodotto dedicato ai risparmiatori di casa nostra. Non solo ma, aspetto ancora più rilevante, non vi sono neppure più notizie relative al distributore, cioè il soggetto che avrebbe dovuto venderle.
Eppure nelle scorse settimane erano apparsi alcuni articoli sulla stampa tedesca che preannunciavano in pompa magna l’imminente lancio di un prodotto retail (una polizza assicurativa Unit Linked) dedicato al mercato italiano da parte di PrismaLife. E’ stato solo un caso, probabilmente, perché i problemi di PrismaLife erano noti già da tempo anche all’Ivass.
Infatti, secondo il sito mlm-news.net, PrismaLife, fondata nel 2000 nel Liechtenstein, fa parte di un gruppo finanziario tedesco (AFA Ag) interamente controllato da un singolo imprenditore, Sören Patzig, che è anche a capo di una società di brokeraggio finanziario che distribuisce i prodotti di PrismaLife secondo lo schema del marketing multilivello.
E ciò in barba ad ogni regola di disciplina del conflitto di interessi, visto che chi distribuisce il prodotto è anche proprietario della compagnia di assicurazioni. Il distributore, infatti, dovrebbe essere indipendente e fornire consulenza ai potenziali clienti.
Non solo, ma dell’azienda si chiacchiera dalla fine del 2016, quando il giornale Süddeutsche Zeitung ne segnalò i notevoli problemi finanziari, parlando di una “notevole strozzatura di liquidità” e della ricerca attiva di investitori per aumentare il capitale proprio. Cosa che pare sia avvenuta nelle scorse settimane, con l’acquisto del 25% delle azioni di PrismaLife da parte della compagnia assicurativa tedesca Barmenia, di cui AFA Ag è il maggiore distributore in Germania.
E’ stato solo un caso. Ma, come disse Voltaire, ”il caso non esiste: tutto è prova ovvero punizione, ricompensa o… previdenza”.