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Spread ai massimi: ecco come influisce sui mutui vecchi e nuovi
La corsa dello spread ovvero l’innalzamento del differenziale dei rendimenti tra i Btp italiani e i Bund tedeschi che misura la febbre finanziaria di un paese, che conseguenze ha sui mutui? In altre parole: se aumenta lo spread, aumenterà anche la rata del mio finanziamento immobiliare? Domande che si moltiplicano in questi giorni di tensione sui mercarti quando ormai lo spread ha sfondato il tetto dei 330 punti base.
In essere o nuove emissioni?
Una prima importante premessa va fatta sul tipo di mutuo: i mutui in essere, fissi e variabili, non risentono direttamente della corsa dello spread. Sulle nuove emisssioni, ovvero i finaziamenti ipotecari che dovranno essere accesi, l’allargamento della forbice dei tassi può avere invece un effetto negativo sulle rate.
Vincenzo Imperatore, consulente indipendente e saggista di successo, è l’autore di libri-inchiesta di successo come Io so e ho le prove, Io vi accuso, Sacco Bancario, tutti editi da Chiarelettere, e insieme a lui cerchiamo di ragionare se e quali sono le possibili conseguenze dello spread sulle nostre rate.
Il variabile? Dipende solo dall’Euribor
“Cominciamo col dire – ci spiega Imperatore – che i mutui in essere a tasso fisso non possono subire alcun aumento né diminuzione: la rata resta inchiodata fino alla fine. Sui mutui già accesi a tasso variabile la rata indicizzata dipende dall’Euribor (il tasso interbancario “deciso” da un pool di banche, ndr) anche se l’aumento dello spread un effetto indiretto può averlo nel lungo periodo”. Quindi sui mutui che i cittadini stanno già pagando non esiste nessun effetto diretto tra spread e rate.
Come le banche si rifanno sul mutuatario
Veniamo invece alle nuove emissioni, ai mutui che verranno sottoscritti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Cosa dobbiamo aspettarci? “Su questi mutui – aggiunge Imperatore – potrebbe esserci un collegamento indiretto. Ovvero: più sale lo spread più si svalutano i titoli posseduti dagli investitori. Le banche italiane hanno nel loro portafoglio centinaia di miliardi di titoli pubblici: più sale lo spread più si depaupera il patrimonio mobiliare che hanno in portafoglio. Siccome gli istituti di credito devono rispettare criteri di solidità e solvibilità previsti dagli accordi di Basilea, è chiaro che per rientrare possono aumentare i prezzi dei prodotti per la clientela e cioè conti correnti, prestiti e mutui“.
Ma se lo spread aumenta oggi, domani se sottoscrivo un mutuo lo ritroverò già più caro? “No. Se la corsa al rialzo dello spread sarà sostenuta e continua per i prossimi 2-3 mesi, ovvero se proseguirà a salire costantemente e progressivamente sopra quota 300, i mutui nuovi che si andranno a sottoscrivere a gennaio saranno più cari di quelli sottoscritti a giugno o a settembre”.
L’andamento dei tassi al rialzo
In base ai dati dell’Osservatorio di Mutui on line, il tasso medio per i mutui variabili a giugno era dello 0,79% ed è rimasto pressoché fermo a settembre, quotando 0,80%. Sui fissi invece c’è stato un rialzo più apprezzabile: dall’1,80% di giugno si è passati all’1,90% di settembre. Possiamo dire che c’è stato già un piccolo effetto-spread sulle rate? “Non direi – conclude Imperatore – questi scosamenti li attribuirei piuttosto a normali dinamiche di mercato sui tassi”. Andamento che, complice la fine del QE (acquisto sul mercato di titoli di Stato) del governatore della Bce Mario Draghi e della politica dei tassi zero di Francoforte, non potrà che essere al rialzo.