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Le colpe dei sindacati nella crisi del sistema bancario
Articolo di Vincenzo Imperatore per “Il Roma”
E’ possibile, in questo paese, affrontare un discorso critico sulla attivià dei sindacati o si commette il reato di attentato alla lesa maestà? Le banche in Italia stanno attraversando il periodo piu critico della loro storia, coinvolti in uno tsunami di dimensioni preoccupanti ed i sindacati di categoria continuano a parlare un linguaggio che sembra riportare all’epoca paleolitica.
Una distonia profonda rispetto agli scenari che si prefigurano per gli oltre 300mila addetti del mondo degli istituti di credito che può essere spiegata in due modi: o l’orologio dei sindacati ha un ritardo di circa 20 anni per un problema di competenze e di capacita’ di analisi o c’è tanta ipocrisia.
Nel primo caso non possiamo fare altro che ribadire quanto sosteniamo da tempo in merito alla necessità’ di un ricambio generazionale della classe dirigente in un paese dove si preferisce appiattire tutto verso il basso. I bravi e i competenti vanno allontanati, marginalizzati, esclusi perché alterano, “sovvertono” il sistema. Che ha le sue regole inamovibili. Un simile atteggiamento, purtroppo assai diffuso sul piano culturale, sociale ed economico, non è però a somma zero. Anzi.
Nel secondo caso, quando i Sindacati fanno finta di non capire e recitano la parte delle vittime allora dimostrano definitivamente la loro totale ipocrisia che poi è alla base di tutta la loro voluta e cercata inconcludenza.
Le banche tradizionali ormai vanno dritte verso la meta di una fine annunciata, cercata, programmata e strategica e le reazioni dei sindacati rimangono sempre le stesse.
Per oltre 20 anni ho avuto la possibilità professionale di vivere il rapporto con il sindacato sedendomi ai vari “tavoli” negoziali e gestendone le relazioni quotidianamente.
Ne ho viste di tutti i colori e, come sempre, ho le prove. Delegati delle RSA che, nel giorno di sciopero proclamato dalla sigla che rappresentavano, chiedevano alla funzione Hr in maniera carbonara un giorno di ferie in maniera tale da non vedersi decurtare lo stipendio per la giornata di assenza.
Sindacalisti che utilizzavano il permesso previsto dalla legge per svolgere l’attività consassociativa per andare al mare.
Un intreccio di interessi privati in nome di una funzione nobile. E non si trattava di eccezioni.
Ma, prima della grande crisi, il numero degli iscritti ai sindacati restava invariato o addirittura cresceva. Perché erano tutti soddisfatti e contenti, il sistema all’epoca garantiva benefit e privilegi a tutti. Rappresentanti e rappresentati.
Nel momento in cui è mutato lo scenario, anche le organizzazioni sindacali hanno manifestato quella resistenza al cambiamento tipico delle lobby di potere. Recitano ancora la messa in latino arcaico. E perdono centinaia di migliaia di iscritti. I sindacati che tanto tengono alle sorti dei lavoratori dovrebbero spiegare loro che nell’ immediato futuro probabilmente non avranno piu un ruolo cosi come finora concepito. La loro azione dovrebbe mirare ad anticipare i tempi e sollecitare le banche ad avviare un processo di formazione e informazione che li tenga inchiodati alla realtà.
Informatica e Cibernetica sono, ad esempio, competenze fondamentali a cui quelle di intelligenza emotiva dovrebbe incastrarsi secondo una strategia ben delineata.
Il lavoratore bancario può avere un ruolo nella banca del futuro se è altamente formato e specializzato in questa direzione.
Ma purtroppo per tutti quelli che sono vicini alla pensione probabilmente non vi sarà spazio e tempo per vivere il processo di mutazione del bancario perché inevitabilmente accompagnati ad un prepensionamento. Per gli altri si apre uno scenario incerto e pericoloso, tutto da definire. E solo con la compartecipazione fattiva di tutte le parti in causa si potrà capire meglio se questi lavoratori potranno guadagnarsi un ruolo ben definito o se purtroppo si sarà costretti ad una exit strategy che faccia feriti, se non morti.
Le attuali politiche Sindacali invece sembrano ben lontani da questa chiave di lettura. I tempi stringono e questa situazione presto vedrà gli eventi succedersi in modo così veloce ed ineluttabile che degli stessi Sindacati potrebbe non restarne traccia.