By: gestione
Il governo, Etruria e Mps: doppiopesismo assurdo
Tratto da LETTERA43
Letizia, Tatiana, Silvia, Giovanni: sono i nomi di alcune persone danneggiate del decreto salva-banche, che ha strappato dal fallimento i quattro istituti in default (Etruria, Carichieti, Carife e Marche) scaricando sui risparmiatori il peso del salvataggio.
Io li conosco, mi sono spesso confrontato con loro e so quanta determinazione e intransigenza stanno mettendo nella negoziazione con le istituzioni e le banche per salvare i loro risparmi investiti in azioni e/o obbligazioni subordinate.
QUEL TIPICO ATTEGGIAMENTO ITALIOTA. Non conosco invece (né mai mi è capitato di ricevere sue lamentele) un solo risparmiatore ‘incazzato’ di Monte Paschi Siena possessore degli stessi strumenti finanziari.
Eppure il fenomeno in Mps vale almeno 10 volte quello delle quattro banche pseudo-fallite.
Mi sono chiesto: perché? E forse la risposta sta nell’inaccettabile differenza di trattamento nel salvataggio di Mps rispetto alla risoluzione di cui sopra.
I risparmiatori di Mps, al momento, si sentono più ‘garantiti e protetti’ ed evitano, atteggiamento tipicamente italiota, di unirsi alle truppe coordinate da Letizia e gli altri.
Insieme diventerebbe una bella forza negoziale, insieme potrebbero inondare le procure di denunce, insieme potrebbero dimostrare che il problema è sistemico. Anche perché lo scenario è poco rassicurante per Mps e domani potrebbe essere molto diverso da oggi.
L’INCOERENZA DEL GOVERNO. Ma l’aspetto su cui voglio soffermarmi riguarda l’assoluta incoerenza delle decisioni governative in merito al diverso approccio nei confronti del salvataggio delle banche.
L’incongruenza si basa sulla qualità delle ‘sofferenze’ che per Mps risulta assai peggiore rispetto a quelle delle quattro banche.
Se il governo avesse impiegato un decimo dell’impegno profuso verso il Monte dei Paschi di Siena avrebbe potuto risolvere la vicenda di Etruria e compagnia senza danni ai risparmiatori e senza umiliarli ulteriormente con il rimborso forfettario o l’arbitrato.
Ci chiediamo perché la valutazione delle sofferenze di Mps sia pari al 33%, mentre quelle delle quattro banche è stata del 17,6% (dato di vitale importanza visto che questa stessa valutazione ha determinato l’azzeramento dei risparmi dei clienti).
I NPL DEL MONTE SONO PEGGIORI. Andando infatti ad analizzare la qualità delle sofferenze di Etruria, Carichieti, Carife e Marche, scopriamo che è di gran lunga superiore rispetto a quella di Mps: il fattore determinante nel valorizzare questo tipo di crediti sono le garanzie ipotecarie, come riconosce la stessa Banca d’Italia in sede di risoluzione nel valorizzare al 25% i crediti ipotecari e l’8% quelli chirografari (non assistiti da garanzia reale o personale, ndr).
Nel caso di Mps, abbiamo crediti ipotecari per il 44% del totale delle sofferenze e il 56% di crediti chirografari, mentre per le quattro banche abbiamo un risultato inverso pari al 56,6% di crediti ipotecari e al 43,4% di chirografari.
Di conseguenza, visto la diversa qualità delle sofferenze, usando lo schema Mps e applicando il modello Banca Italia, i crediti in sofferenza di Etruria & co sarebbero stati valorizzati al 38%, con una plusvalenza pari a 1.730 milioni, in grado quindi di coprire per intero il debito verso il fondo di risoluzione e con il risultato di far rimanere le obbligazioni subordinate nelle banche ponte normalmente rimborsate a scadenza.
Sarebbe persino rimasto valore anche per gli azionisti e, di certo, non sarebbe partito il domino della perdita di fiducia che sta facendo vacillare il sistema.