I CERTIFICATES SONO CHIMERE: le perdite non si recuperano.
Articolo a cura di Vincenzo Imperatore su il ROMA
Quante volte, nel mondo delle banche, ho sentito proporre ai risparmiatori delusi o incazzati “soluzioni per recuperare le perdite” che gli investimenti dei propri risparmi avevano prodotto. Soluzioni miracolose che poi si sveleranno molto più rischiose del previsto. Quando gli investimenti dei risparmiatori sono in perdita ecco che i consulenti bancari non fanno altro che, in primis, deresponsabilizzarsi e poi, in secundis, creare false aspettative sul recupero della perdita. L’atteggiamento dei consulenti bancari e’, quasi sempre, rivolto alla deresponsabilizzazione (“la colpa non è mia) come conseguenza dei deliri di onnipotenza del management e soprattutto della scarsa cultura finanziaria dei risparmiatori. Sono decenni ormai che si sente ripetere in banca che le perdite accumulate sugli investimenti sono la conseguenza di eventi imponderabili e imprevedibili, anche magari verificatisi molti anni prima. Il crollo delle Twin Towers a New York a seguito degli attentati del 2001, ancora oggi, sono riferite come causa di perdite su investimenti. E sono passati 16 anni !!! Ma ciò che ci preoccupa in questa circostanza e’ soprattutto la fase 2 : dopo aver detto “la colpa non è mia/nostra ” si passa alla più subdola frase ” per recuperare le perdite occorre cambiare investimento”. Recuperare le perdite ? Creare false aspettative da parte delle banche è ormai strategia risaputa, e ripetere ai clienti risparmiatori che esiste un modo “per recuperare perdite” non farà altro che indurli a investimenti così tanto rischiosi che piuttosto che vedersi rientrare il danaro perduto non faranno che perderne altro. La banca, di fronte ai suoi errori di valutazione e di scelta degli assett di investimenti, non si redime, non torna sui suoi passi cercando di aiutare i suoi clienti, ma peggio, aggrava la loro situazione proponendo nuovi investimenti di recupero. In questi ultimi tempi per esempio si stanno proponendo molto i certificati con barriera, i cosiddetti certificates, praticamente degli strumenti derivati strutturati venduti con la formula del “capitale garantito a scadenza ” ma omettendo di dire che quella garanzia ha un limite, una “barriera” . Se viene sfondato quel limite, il risparmiatore potrà perdere più di quanto sia stato investito. Un piccolo dettaglio !! In questo modo non si recuperano le perdite, in questo modo si affonda negli abissi finanziari e risalire diventa un miraggio. A ragione, non bisognerebbe ostinarsi e affidarsi alla banca per recuperare ciò che si è perso, piuttosto sarebbe meglio metterci una pietra sopra e rinunciare al reintegro del danno subito. Questi risparmiatori dovrebbero porsi una domanda logica, per non dire ovvia: “ ma se tutti potessero fare questi investimenti finanziari per sopperire alle perdite,perché allora non lo fanno? E se l’investimento fosse così buono, perché non lo fanno anche coloro che chiudono in attivo?” Chi s’intestardisce o viene spronato a recuperare perdite non farà altro che acquistare prodotti bancari ancora più rischiosi, che sfortunatamente porteranno ad una quasi sicura nuova perdita. Siamo concreti: con i tassi a zero non esistono opzioni accessibili che possano rendere così tanto senza far perdere altrettanto. In ogni caso, bisognerebbe essere attenti e scrupolosi ogni qualvolta la banca proponga offerte di reintegro.