By: gestione
Trucchi, imbrogli e truffe delle banche italiane
Tratto da: La Legge per tutti
“Io so e ho le prove”. Sono le parole, ma anche il titolo del libro, di Vincenzo Imperatore, ex manager e capo area di un importante istituto di credito. Edito nel 2014 da “Chiare Lettere”, acquistabile anche online (Amazon, Ibs e su tutti i più importanti circuiti), rimasto primo in classifica per diverse settimane e già alla quinta ristampa, il volume di Imperatore è stato, per le banche italiane, come “Le mie prigioni” di Pellico o le rivelazioni di un “pentito” per il clan. In un momento in cui gli italiani prendevano progressivamente coscienza delle pratiche illecite operate dalle banche – grazie anche ai duri colpi assestati dalla magistratura degli ultimi 15 anni – “Io so e ho le prove” svela il sistema di raggiri degli istituti di credito ai danni dei correntisti, la “gigantesca truffa”, come la chiama lo stesso Imperatore.
Dopo aver già parlato del libro in questo articolo: “Come le banche imbrogliano il correntista”, abbiamo raggiunto l’autore e con lui abbiamo avuto una lunga discussione. Una intervista nel corso della quale Imperatore ci ha rivelate, da esperto di lunga annata, le tante irregolarità che i funzionari di banca hanno praticato e continuano tutt’oggi a praticare ai danni dei clienti. Ecco, dunque, i punti essenziali, lasciandovi, invece, per gli approfondimenti, all’acquisto del volume.
1 | IL CODICE 72H E LE MANOVRE MASSIVE SUI TASSI DI INTERESSI
Chi già ci segue, sa che la legge consente alla banca di modificare, unilateralmente, le condizioni contrattuali del conto corrente anche durate l’esecuzione del contratto. Ma ciò (che comunque richiede una preventiva autorizzazione del cliente e la comunicazione, da parte della banca, al cliente con un preavviso di almeno due mesi) non è possibile per le clausole aventi ad oggetto tassi di interesse (leggi l’articolo: “Può la banca modificare da sola le condizioni di contratto del conto corrente?”).
Le banche, invece – neanche a dirlo – fanno proprio quello che la legge gli vieta: è quanto chiamato “Manovra massiva sui tassi di interesse”. Funziona pressappoco così. I vertici dell’istituto di credito programmano, con un largo anticipo (di norma, all’inizio del trimestre), un progressivo e millimetrico incremento dei tassi di interesse passivi. Aumenti minimi, ma che significano grosse cifre per i forzieri dell’istituto di credito. È difficile che il correntista se ne renda conto perché quasi nessuno si preoccupa di leggere gli estratti conto trimestrali o, peggio ancora, si arma di calcolatrice per verificare che il saldo debitorio, con l’applicazione degli interessi, sia quello corretto.
Statistiche alla mano, solo il 3% dei clienti si accorge di questa manovra surrettizia e fraudolenta, peraltro solo dopo l’arrivo a casa degli estratti conto trimestrali, ossia con 90 giorni di ritardo, durante i quali, comunque, la banca ha succhiato dal conto. E, ovviamente, bussa alla porta della propria filiale per chiedere spiegazioni quando non decide, invece, di scagliarsi contro il primo impiegato allo sportello, davanti alla fila dei clienti.
È questo il punto nevralgico, ci rivela, durante l’intervista, Vincenzo Imperatore. Tutte le banche di sistema, specie quelle più forti sul mercato, temono il cosiddetto “rischio reputazionale”, ossia che il proprio nome venga screditato pubblicamente. Lo temono più di una condanna del tribunale, perché ha un impatto diretto sul loro conto economico: è immediato, diretto e senza appello. Il che potrebbe voler dire, specie per le piccole filiali, una generalizzata fuga della clientela.
Così, di fronte anche al più flebile reclamo, scatta quello che, con nome in codice, viene detto “72H”. Si tratta di una riserva di denaro, disponibile presso tutte le filiali (dai 500 ai 10mila euro), da “regalare” (o meglio, restituire) al cliente alla prima contestazione, in modo da placarne l’ira. Insomma, la parola d’ordine è “calmierizzare il reclamo” entro massimo 72 ore. Una manovra d’urgenza per mettere il bavaglio.
Il punto, però, è che se solo il 3% dei correntisti viene risarcita degli ammanchi illeciti; l’altro 77%, invece, la subisce incoscientemente.
Il codice 72H rivela, comunque, una delle tante piaghe del nostro Paese: con una somma di denaro si può fare tutto, come il mettere a tacere qualsiasi contestazione, evitando ai colpevoli le sanzioni dell’ordinamento. Anzi, l’assurdo è che, una volta restituito il maltolto, il cliente è anche riconoscente al direttore di banca. E finisce che, a Natale, gli manda il regalo.
Continua in –
2 | LA GIGANTESCA TRUFFA DELLE BANCHE AI DANNI DEL CORRENTISTA INVESTITORE
3 | MUTUO IPOTECARIO NULLO: COLPA DELLA BANCA, MA IL CLIENTE HA L’IPOTECA
4 | USURA, ANATOCISMO E POLIZZE VITA: I RAGGIRI DELLE BANCHE ITALIANE