By: gestione
TISCALI.IT RECENSISCE IO SO E HO LE PROVE
“IO SO E HO LE PROVE” VIAGGIO TRA LE TRUFFE BANCARIE CON LA GUIDA DI UN EX MANAGER
Modifiche unilaterali del contratto senza dovuto preavviso, partite contabili nascoste dentro le voci di gestione dei conti correnti, tassi di interesse oltre quelli che un tempo erano limiti di usura (innalzati, nel frattempo, per legge), costi caricati sui fidi anche senza che se ne sia fatto uso. E’ solo la punta di un iceberg che rende sempre più difficile, e per molti versi vessatorio, il rapporto tra gli istituti bancari e i correntisti. Diceva Enrico Cuccia, deus ex machina di Mediobanca: “Due sono i peccati che un banchiere può commettere. Uno, veniale, è scappare con la cassa. L’altro, mortale, è parlare”. Vincenzo Imperatore invece parla. Anzi, scrive Io so e ho le prove, pubblicato da Chiarelettere. Viaggio fra le furbate e gli abusi bancari, raccontato tappa per tappa da uno che per anni è stato un top manager degli istituti di credito, arrivando a controllare e supervisionare il traffico monetario-finanziario che arrivava dalle principali imprese di una grossa porzione del Sud Italia, a lui affidata. Poi è arrivata la crisi, la deriva delle operazioni di finanza tossica e il suo distacco da quel ruolo. Oggi lavora ancora come consulente di alto livello, ma con un approccio diverso.Imperatore, come facciamo a far credere a chi ci legge che un ex carrierista senza scrupoli oggi sia dalla parte del risparmiatore dopo essere stato folgorato sulla via di Damasco?
Modifiche unilaterali del contratto senza dovuto preavviso, partite contabili nascoste dentro le voci di gestione dei conti correnti, tassi di interesse oltre quelli che un tempo erano limiti di usura (innalzati, nel frattempo, per legge), costi caricati sui fidi anche senza che se ne sia fatto uso. E’ solo la punta di un iceberg che rende sempre più difficile, e per molti versi vessatorio, il rapporto tra gli istituti bancari e i correntisti. Diceva Enrico Cuccia, deus ex machina di Mediobanca: “Due sono i peccati che un banchiere può commettere. Uno, veniale, è scappare con la cassa. L’altro, mortale, è parlare”. Vincenzo Imperatore invece parla. Anzi, scrive Io so e ho le prove, pubblicato da Chiarelettere. Viaggio fra le furbate e gli abusi bancari, raccontato tappa per tappa da uno che per anni è stato un top manager degli istituti di credito, arrivando a controllare e supervisionare il traffico monetario-finanziario che arrivava dalle principali imprese di una grossa porzione del Sud Italia, a lui affidata. Poi è arrivata la crisi, la deriva delle operazioni di finanza tossica e il suo distacco da quel ruolo. Oggi lavora ancora come consulente di alto livello, ma con un approccio diverso.Imperatore, come facciamo a far credere a chi ci legge che un ex carrierista senza scrupoli oggi sia dalla parte del risparmiatore dopo essere stato folgorato sulla via di Damasco?
“Nessuna folgorazione. Per anni sono stato ai vertici operativi di alcuni dei principali gruppi bancari italiani. Da quando il sistema premiante si è definitivamente degradato e dopo aver visto che i miei capi, di fronte al disastro generato dal crack di Lehman Brothers, si lavavano le mani da 15 anni di loro decisioni, esortandoci a dire a collaboratori (ne avevo 35 sotto di me) e clienti che la mancanza di tutele bancarie di fronte alla rovina dei risparmi che ci avevano affidato fosse colpa loro, è arrivato il mio distacco da quel mondo”.Oggi che fa?
“Presiedo una società di consulenza specializzata nell’assistere le piccole e medie imprese. Quella che un tempo era la spina dorsale dell’economia reale italiana, oggi in grande difficoltà. Facilitiamo la loro tutela nei confronti dei grandi gruppi bancari”.Lo spieghiamo meglio?
“Esistono piattaforme alternative di finanziamento, di tipo peer-to-peer, per smobilizzare crediti senza passare necessariamente dai prestiti bancari. All’estero funzionano da tempo, e bene. In Italia è ancora tutto da fare. In sintesi, tra le cose che si possono fare, c’è la cessione un debitore a quello che diventerà un nuovo creditore, e in cambio avere denaro da investire nell’attività di impresa. Esistono precisi indicatori da rispettare ed esiste un mercato che fa compravendita di queste partite contabili. E’ una delle cose che facciamo. Finanza alternativa, non creativa”.Parliamo delle tecniche che usano le banche per scaricare le responsabilità accertate di abusi nei confronti dei correntisti. L’istituto dell’H72 esiste sempre?
“Eccome, è uno dei più usati. Se il cliente è in grado di dimostrare che sul suo conto sono stati caricati costi occulti e indebiti, o che la banca ha compiuto altre operazioni a discapito del suo patrimonio, di fronte alla prospettiva di essere portati di fronte al giudice la banca tratta, sempre. Ne va della sua reputazione. Ed ecco che si attinge entro 72 ore ad una riserva di denaro creata apposta per indennizzare il risparmiatore, risolvendo una potenziale controversia a saldo e stralcio.I controlli dell’Abi e un report dell’Ue hanno evidenziato moltissimi comportamenti irregolari degli istituti bancari di casa nostra. Sono sempre di più i risparmiatori che si rivolgono a consulenti per spulciare i rapporti di conto, scoprendo che gli interessi calcolati a debito erano più alti di quelli annunciati. E riprendendosi i loro soldi.
“Nessuno vuole subire a vita, la mia raccomandazione è che ci si rivolga a consulenti seri, non a persone improvvisate che sanno usare un software in grado di calcolare le condizioni di usura. E che questi consulenti siano terzi rispetto alle banche, spesso accade infatti che lavorino per le banche contro le quali gli si chiede di agire. Ed è chiaro che a quel punto non succederà niente di buono”.L’usura si può scoprire anche sui mutui per la prima casa?
“Se i mutui sono stati stipulati fino al 2009 la probabilità che le componenti del tasso finale e del tasso di mora siano usuraie è molto alta. In seguito le banche hanno mangiato la foglia e oggi è molto più difficile dimostrarlo. Anche perché la soglia è stata innalzata sotto il governo Monti. Attualmente, ma il valore cambia ogni tre mesi, è di 10,06% sui tassi fissi e oltre l’8% sui variabili”.A proposito di pericoli per il correntista, soprattutto se imprenditore: Civ e Dif si usano ancora?
“Alla grande. La Commissione di istruttoria veloce e la Disponibilità immediata fondi sono strumenti usatissimi dopo che nel 2009 è stata ritenuta illegittima la Commissione di massimo scoperto. Il risultato è che oggi il cliente che ha un fido deve sottostare a Civ e Dif, due oneri al posto di uno, creati dal governo Monti. La cui somma è quasi il doppio della Cms, perché bisogna pagare la Dif sull’importo del fido concesso che io lo usi o no, a cui si aggiunge la Dif, per cui se vado in scoperto rispetto al fido concesso per più di sette giorni e per un importo superiore ai 500 euro devo pagare lo 0,5% di interessi passivi. Nella maggior parte dei casi l’importo finale è quasi il doppio rispetto al 2009”.Come ci si difende?
“Imparando a guardare per bene gli estratti conto, facendosi una cultura finanziaria o utilizzando un buon consulente. E poi andando a trattare, sempre. Le percentuali si possono far abbassare e quello che devono sapere i correntisti è che l’atteggiamento minaccioso delle banche, che promettono di chiudere un fido se non si fa come dicono loro, tende a non concretizzarsi. Perché significherebbe iscrivere una voce passiva nel loro bilancio, cosa che si teme come la peste, specie di questi tempi. Quindi niente paura e molta informazione per essere coscienti dei propri diritti”.Come si fa ad evitare di dover accendere una polizza vita a tutti i costi quando si va semplicemente a chiedere un mutuo per l’acquisto di casa?
“La proposta di questi prodotti, spacciati per obbligatori per piegare la volontà di chi ha bisogno di un finanziamento, proseguirà ancora a lungo. Il motivo è semplice: sono operazioni poco onerose e molto remunerative per banche e finanziarie, molto più della concessione di un mutuo. Ma anche lì bisogna saper trattare e non mollare, paventare il ricorso ad avvocati esperti e consulenti indipendenti. Alcuni istituti di credito hanno imparato a non assillare i potenziali clienti con la richiesta della ‘obbligatoria’ stipula di una polizza che al futuro mutuatario non serve per niente”.Il primo consiglio che darebbe ad un investitore, nel mare magno di titoli, fondi, azioni, derivati, blue chips che si continuano a vendere?
“E’ vincolante per la banca o il consulente-venditore a cui ci si rivolge che venga fatta una compilazione corretta del proprio profilo di rischio. E’ la fotografia che gli istituti devono fare per legge al tipo di cliente che vanno a prendersi, e della sua propensione alle operazioni speculative. Nella stragrande maggioranza dei casi quel foglio è precompilato e viene semplicemente fatto firmare. Quella è la madre di tutti gli inganni. Bisogna pretendere che sia modulata esattamente attorno alla volontà del cliente, e che di quel documento ci venga data una copia. In quel modo si argina la libertà d’azione delle banche, considerando che i derivati considerati in seguito ‘tossici’ sono in pancia a tutti i principali fondi di investimento. Ultima cosa: ci sono importanti e storici gruppi bancari, attualmente in difficoltà, che stanno facendo pressione perché i loro clienti sottoscrivano un fondamentale aumento di capitale. Il primo passo che fanno, quello rivelatore della percentuale di fregatura, è proprio la modifica unilaterale del profilo di rischio”.Gli ultimi stress test pare abbiano dimostrato che il comparto bancario italiano è in salute.
“Quali, quelli che ad eccezione di un solo gruppo bancario si sono conclusi con un 6 politico stiracchiato? Io non mi fiderei troppo. Anche perché i nuovi denari della Bce saranno destinati solo a chi è perfettamente a posto con i parametri del protocollo Basilea 2, e dalle nostre parti sono pochissimi”. “Nessuna folgorazione. Per anni sono stato ai vertici operativi di alcuni dei principali gruppi bancari italiani. Da quando il sistema premiante si è definitivamente degradato e dopo aver visto che i miei capi, di fronte al disastro generato dal crack di Lehman Brothers, si lavavano le mani da 15 anni di loro decisioni, esortandoci a dire a collaboratori (ne avevo 35 sotto di me) e clienti che la mancanza di tutele bancarie di fronte alla rovina dei risparmi che ci avevano affidato fosse colpa loro, è arrivato il mio distacco da quel mondo”.Oggi che fa?
“Presiedo una società di consulenza specializzata nell’assistere le piccole e medie imprese. Quella che un tempo era la spina dorsale dell’economia reale italiana, oggi in grande difficoltà. Facilitiamo la loro tutela nei confronti dei grandi gruppi bancari”.Lo spieghiamo meglio?
“Esistono piattaforme alternative di finanziamento, di tipo peer-to-peer, per smobilizzare crediti senza passare necessariamente dai prestiti bancari. All’estero funzionano da tempo, e bene. In Italia è ancora tutto da fare. In sintesi, tra le cose che si possono fare, c’è la cessione un debitore a quello che diventerà un nuovo creditore, e in cambio avere denaro da investire nell’attività di impresa. Esistono precisi indicatori da rispettare ed esiste un mercato che fa compravendita di queste partite contabili. E’ una delle cose che facciamo. Finanza alternativa, non creativa”.Parliamo delle tecniche che usano le banche per scaricare le responsabilità accertate di abusi nei confronti dei correntisti. L’istituto dell’H72 esiste sempre?
“Eccome, è uno dei più usati. Se il cliente è in grado di dimostrare che sul suo conto sono stati caricati costi occulti e indebiti, o che la banca ha compiuto altre operazioni a discapito del suo patrimonio, di fronte alla prospettiva di essere portati di fronte al giudice la banca tratta, sempre. Ne va della sua reputazione. Ed ecco che si attinge entro 72 ore ad una riserva di denaro creata apposta per indennizzare il risparmiatore, risolvendo una potenziale controversia a saldo e stralcio.I controlli dell’Abi e un report dell’Ue hanno evidenziato moltissimi comportamenti irregolari degli istituti bancari di casa nostra. Sono sempre di più i risparmiatori che si rivolgono a consulenti per spulciare i rapporti di conto, scoprendo che gli interessi calcolati a debito erano più alti di quelli annunciati. E riprendendosi i loro soldi.
“Nessuno vuole subire a vita, la mia raccomandazione è che ci si rivolga a consulenti seri, non a persone improvvisate che sanno usare un software in grado di calcolare le condizioni di usura. E che questi consulenti siano terzi rispetto alle banche, spesso accade infatti che lavorino per le banche contro le quali gli si chiede di agire. Ed è chiaro che a quel punto non succederà niente di buono”.L’usura si può scoprire anche sui mutui per la prima casa?
“Se i mutui sono stati stipulati fino al 2009 la probabilità che le componenti del tasso finale e del tasso di mora siano usuraie è molto alta. In seguito le banche hanno mangiato la foglia e oggi è molto più difficile dimostrarlo. Anche perché la soglia è stata innalzata sotto il governo Monti. Attualmente, ma il valore cambia ogni tre mesi, è di 10,06% sui tassi fissi e oltre l’8% sui variabili”.A proposito di pericoli per il correntista, soprattutto se imprenditore: Civ e Dif si usano ancora?
“Alla grande. La Commissione di istruttoria veloce e la Disponibilità immediata fondi sono strumenti usatissimi dopo che nel 2009 è stata ritenuta illegittima la Commissione di massimo scoperto. Il risultato è che oggi il cliente che ha un fido deve sottostare a Civ e Dif, due oneri al posto di uno, creati dal governo Monti. La cui somma è quasi il doppio della Cms, perché bisogna pagare la Dif sull’importo del fido concesso che io lo usi o no, a cui si aggiunge la Dif, per cui se vado in scoperto rispetto al fido concesso per più di sette giorni e per un importo superiore ai 500 euro devo pagare lo 0,5% di interessi passivi. Nella maggior parte dei casi l’importo finale è quasi il doppio rispetto al 2009”.Come ci si difende?
“Imparando a guardare per bene gli estratti conto, facendosi una cultura finanziaria o utilizzando un buon consulente. E poi andando a trattare, sempre. Le percentuali si possono far abbassare e quello che devono sapere i correntisti è che l’atteggiamento minaccioso delle banche, che promettono di chiudere un fido se non si fa come dicono loro, tende a non concretizzarsi. Perché significherebbe iscrivere una voce passiva nel loro bilancio, cosa che si teme come la peste, specie di questi tempi. Quindi niente paura e molta informazione per essere coscienti dei propri diritti”.Come si fa ad evitare di dover accendere una polizza vita a tutti i costi quando si va semplicemente a chiedere un mutuo per l’acquisto di casa?
“La proposta di questi prodotti, spacciati per obbligatori per piegare la volontà di chi ha bisogno di un finanziamento, proseguirà ancora a lungo. Il motivo è semplice: sono operazioni poco onerose e molto remunerative per banche e finanziarie, molto più della concessione di un mutuo. Ma anche lì bisogna saper trattare e non mollare, paventare il ricorso ad avvocati esperti e consulenti indipendenti. Alcuni istituti di credito hanno imparato a non assillare i potenziali clienti con la richiesta della ‘obbligatoria’ stipula di una polizza che al futuro mutuatario non serve per niente”.Il primo consiglio che darebbe ad un investitore, nel mare magno di titoli, fondi, azioni, derivati, blue chips che si continuano a vendere?
“E’ vincolante per la banca o il consulente-venditore a cui ci si rivolge che venga fatta una compilazione corretta del proprio profilo di rischio. E’ la fotografia che gli istituti devono fare per legge al tipo di cliente che vanno a prendersi, e della sua propensione alle operazioni speculative. Nella stragrande maggioranza dei casi quel foglio è precompilato e viene semplicemente fatto firmare. Quella è la madre di tutti gli inganni. Bisogna pretendere che sia modulata esattamente attorno alla volontà del cliente, e che di quel documento ci venga data una copia. In quel modo si argina la libertà d’azione delle banche, considerando che i derivati considerati in seguito ‘tossici’ sono in pancia a tutti i principali fondi di investimento. Ultima cosa: ci sono importanti e storici gruppi bancari, attualmente in difficoltà, che stanno facendo pressione perché i loro clienti sottoscrivano un fondamentale aumento di capitale. Il primo passo che fanno, quello rivelatore della percentuale di fregatura, è proprio la modifica unilaterale del profilo di rischio”.Gli ultimi stress test pare abbiano dimostrato che il comparto bancario italiano è in salute.
“Quali, quelli che ad eccezione di un solo gruppo bancario si sono conclusi con un 6 politico stiracchiato? Io non mi fiderei troppo. Anche perché i nuovi denari della Bce saranno destinati solo a chi è perfettamente a posto con i parametri del protocollo Basilea 2, e dalle nostre parti sono pochissimi”.