By: gestione
IL RIGOLETTO – AFFARITALIANI.IT
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IO SO E HO LE PROVE IL CASO EDITORIALE DELL’AUTONNO
Le clamorose rivelazioni di Vincenzo Imperatore, gola profonda del sistema bancario, sono il libro del momento. Tre edizioni in una sola settimana. Come annuncia la casa editrice Chiarelettere, il libro al momento risulta quasi esaurito. E’ primo su ibs.it e amazon.it. Domenica sera alla Gabbia, su La7, il libro e’ stato paragonato alla Casta di Stella e Rizzo, un caso editoriale senza precedenti.
Introduzione
È la prima volta che un ex manager bancario racconta tutto. Vincenzo Imperatore è stato per vent’anni nelle direzioni operative di alcuni tra i più blasonati istituti di credito italiani. Prima e dopo la crisi economica. La sua testimonianza svela i segreti, le strategie e i maneggi delle banche a danno del correntista.
I costi eccessivi caricati sui conti correnti (“almeno il 20 per cento di quello che il correntista paga non dipende dal tasso d’interesse”, scrive Impera¬tore). La moltiplicazione delle commissioni. Il ricatto psicologico dietro le richieste di rientro. L’anatocismo e l’usura. Le cosiddette manovre massive, aumenti quasi impercettibili dei tassi che più del 90 per cento dei correntisti non vede e che producono incassi d’oro per gli istituti. Le pro¬cedure di calmierazione reclami per i clienti che si accorgono di movimenti strani sul conto e minac-ciano di chiuderlo (“Noi lo chiamavamo sistema 72H”, ricorda Imperatore).
Le tecniche per piazzare un diamante, una polizza assicurativa o un deri¬vato (“Ci garantivano una redditività enorme”). E ancora centinaia di irregolarità e leggerezze nella redazione dei contratti. Questo libro rappresenta finalmente uno strumento unico e imprescin¬dibile dalla parte del correntista.
L’autore
Vincenzo Imperatore (Napoli 1963), laureato con il massimo dei voti in Economia e commercio, dopo un master in Business administration a Roma è stato quadro direttivo addetto alla gestione delle risorse umane, poi direttore di filiale, direttore Centro piccole e medie imprese e direttore di area nelle piazze più importanti del Meridione. Nel 2012 sceglie la strada della libera professione e fonda InMind Consulting, società di consulenza aziendale che tra le altre attività assiste i propri clienti nelle ristrutturazioni dei debiti bancari.
Io so e ho le prove
di Vincenzo Imperatore
Editore chiarelettere
148 pagg 13 Euro
Ricatti Psicologici
«Se li denuncio o protesto mi tolgono il fido.» È la paura di ogni correntista. Il ricatto psicologico delle banche. Molti di voi, purtroppo, si saranno trovati di fronte a un funzionario imbufalito, che con un tono stentoreo (mai usato prima di allora) ha minacciato: «Se non rientra immediatamente dallo scoperto, giro la pratica all’ufficio contenziosi». È una di quelle situazioni dove nessuno si vorrebbe mai trovare. Il panico è la prima, legittima reazione. La fronte s’imperla di sudore e le parole per controbattere vengono meno.
È bene sapere, però, che si tratta di puro terrorismo psicologico. I manager bancari sono arroganti ma non stupidi. E non han¬no alcun interesse a tradurre — soprattutto in un momento di profonda crisi economica — le situazioni in «contenzioso oggettivo».
Allora perché tanta «crudeltà» con il cliente? Si tratta di pura tattica, per provare a recuperare quanto più possibile e rafforzare una posizione che talvolta è più debole di quanto possiate immaginare. Se la banca «gira» tutta la pratica, e quindi l’intera esposizione debitoria di un’azienda o di un correntista, a contenzioso, incamera in bilancio una perdita immediata dell’intero importo prestato o, quanto meno, «una previsione di perdita» non inferiore mediamente al 70-80 per cento dell’esposizione.
Se invece mantiene la posizione in «situazione incagliata» o «sotto controllo», incamera in bilancio solo il costo dell’accantonamento e cioè della previsione di perdita (e non della perdita) che potrebbe, a puro titolo di esempio, essere tra il 20 e il 30 per cento. Cerca quindi di limitare i danni, facendo leva anche sull’atteggiamento vessatorio nei confronti dello sprovveduto correntista.
Quando la situazione con un cliente è irrimediabile, a tal punto da spingere la banca a interrompere il rapporto, e girarlo quindi a contenzioso, essa tenta a tutti i costi, come si dice in gergo, la «regolarizzazione formale» delle eventuali anomalie presenti nella contrattualistica prima di «attivare le garanzie» e cioè richiedere i soldi ai garanti del cliente oppure agire sui beni immobili degli stessi.
Soprattutto la regolarizzazione formale è svolta in maniera surrettizia e talvolta scorretta e serve a mettere una toppa sui contratti «irregolari» stipulati in precedenza con lo stesso cliente. Essa viene «camuffata» in due modi. Intanto, attraverso la concessione di un finanziamento da tre a cinque anni che non costituisce nuova finanza per il risparmiatore, ma serve solo a eliminare la pregressa esposizione di conto corrente. Altro non è che un piano di rientro (anche questo offerto in alternativa) camuffato da finanziamento.
Ma l’aspetto ancora più subdolo consiste nell’inserimento nel contratto di finanziamento (o nel piano di rientro) di una clausola che manlevi la banca da ogni responsabilità riguardo alle irregolarità contenute nel precedente contratto di erogazione, di cui, ovviamente, il correntista non sa nulla. Pertanto, mentre il cliente pensa che l’istituto gli stia venendo incontro, deve sapere che in realtà questo lo sta semplicemente fregando per la seconda volta.
La dicitura è su quasi tutti i contratti e spesso e volentieri è in cima alle clausole. «La parte mutuaria dichiara, sotto la propria esclusiva responsabilità, che il presente mutuo, come dalla stessa richiesto, è destinato esclusivamente alla estinzione delle seguenti esposizioni nei confronti della banca medesima, da intendersi certe, liquide ed esigibili, e/o altri istituti finanziari.»
Segue l’esposizione debitoria e poi ricomincia: «Pertanto autorizza la banca, esonerandola da ogni responsabilità al riguardo, a utilizzare la somma erogata, e con valuta stipula atto, alla estinzione delle descritte debitorie, con esclusione di ogni effetto novativo per le esposizioni nei confronti della banca medesima». Dietro il linguaggio «banchese», fatto apposta per non essere com¬preso, si cela l’inghippo. Il segreto è proprio nel passaggio «estinzione delle descritte debitorie». Insomma, con una semplice firmetta, scurdammoce ‘o passato, con tutto quello che ne consegue.
Queste due operazioni di «ripulitura» sono l’estremo tentativo di «sistemare» vecchi affidamenti che potrebbero contenere le irregolarità formali di cui stiamo parlando. Entrambe, in fase di giudizio, potrebbero rivelarsi frecce nell’arco del correntista.he un ex manager bancario racconta tutto. Vincenzo Imperatore, per 20 anni nelle direzioni operative dei più blasonati istituti di credito italiani, nel libro “Io so e ho le prove” svela i segreti, le strategie e i maneggi delle banche a danno del correntista. Dai costi eccessivi caricati sui conti correnti alla moltiplicazione delle commissioni. Dall’anatocismo all’usura. Fino alle manovre massive, aumenti quasi impercettibili dei tassi che più del 90% dei correntisti non vede e che producono incassi d’oro per gli istituti…
Tre edizioni in una sola settimana. Il libro verso il tutto esaurito. E’ primo su ibs.it e amazon.it