By: gestione
Il Kilovar e il vostro livello di rischio
Tratto da La Legge per Tutti
Il Kilovar, questo sconosciuto. Quanti lo conoscono? Ma soprattutto, quanti consulenti bancari lo spiegano ai propri clienti risparmiatori e investitori? Pochi, pochissimi. È venuto il momento di far conoscere, in maniera semplificata, questo importante strumento di analisi del rischio e del rendimento del proprio portafoglio investimenti. Il Kilovar, un nome che evoca una unità di misura, riassume in un unico numero il rischio del portafoglio quale risultante del mix esistente fra i diversi fattori di rischio, di mercato e di credito, che ne influenzano il rendimento. Offre una misura del rischio oggettivo e concreto al quale il portafoglio del cliente è esposto. Può assumere valori compresi tra 0 e 1.000. Maggiore è il livello di Kilovar, maggiore è il rischio. Si pensi che un portafoglio con un rischio superiore a 45 è assolutamente sconsigliabile per gli investitori privati. I portafogli che ricadono in questo intervallo di valori di Kilovar, infatti, sono generalmente caratterizzati da un livello di diversificazione insufficiente oppure hanno un’esposizione molto elevata sugli strumenti ad alto rischio.
Le classi di rischio di portafoglio sono:
– cauto (da 0 a 3 kV),
– prudente (da 3 a 10 kV),
– bilanciato (da 10 a 20 kV),
– dinamico (da 20 a 45 kV),
– sconsigliato (alto rischio) (da 45 a 1.000 kV).
Quale fra le quattro classi è più adatta per il cliente? A questa domanda non c’è una risposta univoca e valida per tutti gli investitori. La classe di rischio del cliente dipende dagli obiettivi d’investimento e dalla predisposizione, soggettiva e personale, all’assunzione di rischi.
Per questo è fondamentale, per la banca, conoscere il profilo di rischio di ciascuno dei clienti che investono in prodotti finanziari. Il profilo di rischio, poiché attiene alla sfera soggettiva dell’investitore, può essere misurato solo acquisendo le informazioni necessarie direttamente dal cliente. Ciò viene realizzato attraverso un’intervista. Sulla base dei risultati dell’intervista viene assegnato al cliente un profilo cauto, prudente, bilanciato o dinamico. Pertanto verificato se il Kilovar del portafoglio è coerente con il proprio atteggiamento nei confronti del rischio, il cliente può valutare, in piena consapevolezza e con l’aiuto del consulente, le diverse alternative d’investimento. Conoscendo la propensione al rischio del cliente e misurando il rischio del suo portafoglio con il Kilovar, ogni consulente finanziario potrebbe, se non manipolato come avviene di solito, offrire un servizio informativo professionale costituito su misura per soddisfarne le esigenze d’investimento.
A ogni modo il Kilovar è una misura di rischio con delle caratteristiche particolari.
È universale: misura su un’unica scala di valori il rischio di ogni tipologia d’investimento: azioni, obbligazioni, fondi comuni, gestioni patrimoniali, polizze unitlinked, covered warrant, certificates e portafogli di strumenti finanziari.
È semplice: può assumere valori da 0 a 1.000. A valori più elevati di Kilovar sono associati strumenti con rischio maggiore. A titolo indicativo, nel corso del 2003 il Kilovar dei Bot è stato mediamente pari a 1; quello dei Btp decennali è variato mediamente fra 12 e 15; un portafogli che replica l’indice Mib30 ha avuto, nello stesso periodo, un Kilovar compreso fra 28 e 44.
È dinamico: viene calcolato ogni giorno per riflettere l’evoluzione dei mercati finanziari e del merito di credito degli emittenti.
È sintetico: sintetizza in un unico valore tutti i rischi di mercato (rischio di prezzo, rischio di tasso, rischio di cambio) e di credito connessi a uno strumento finanziario e a portafogli di strumenti.
È statistico: viene calcolato con la metodologia VaR (Value at Risk) sulla base di simulazioni storiche, cioè utilizzando la serie storica dei prezzi di mercato o dei fattori di rischio che determinano il prezzo di uno strumento finanziario.
È professionale: i sistemi di valutazione e controllo dei rischi di mercato adottati dalle banche si basano normalmente sul calcolo del VaR, così come contemplato dal Comitato di Basilea e dalle “Istruzioni di Vigilanza per le banche” della banca d’Italia per la determinazione dei requisiti patrimoniali.
Utilizzando il Kilovar è quindi possibile: misurare e confrontare il rischio degli strumenti finanziari di ogni tipologia: misurare il rischio di portafoglio, valutare la coerenza tra il profilo di rischio di un investitore ed il suo portafoglio, misurare e confrontare il rischio di ogni strumento finanziario.
Il Kilovar consente un confronto diretto e oggettivo fra strumenti finanziari diversi. È possibile comparare la rischiosità di titoli aventi le stesse caratteristiche finanziarie, per esempio titoli azionari; comparare la rischiosità di titoli aventi caratteristiche finanziarie diverse, per esempio azioni, fondi e obbligazioni; comparare l’incidenza delle caratteristiche finanziarie del titolo sulla determinazione del livello di rischio, a parità di emittente o sottostante. Il Kilovar non solo evidenzia quali strumenti sono più rischiosi e quali meno, ma consente anche di valutare quanto uno strumento è più rischioso di un altro. Misurare il livello di rischio di un portafoglio è un’operazione complessa rispetto alla misurazione del rischio dei singoli strumenti finanziari. Infatti, se il rendimento di un portafoglio di strumenti finanziari può essere ricavato come media ponderata dei rendimenti associati ai singoli strumenti, lo stesso non si può dire per il rischio. Questo dipende dal fatto che i prezzi di alcuni strumenti hanno la tendenza a muoversi insieme, altri no. L’entità della variazione del prezzo di un titolo in seguito alla variazione del prezzo di un altro titolo è misurata da un indicatore statistico chiamato correlazione. Se i titoli che compongono il portafoglio si muovono tendenzialmente insieme, in misura simile e nella stessa direzione (tutti al rialzo o tutti al ribasso) allora si dice che i titoli sono molto correlati positivamente. Al contrario, se il movimento di uno o più titoli presenti nel portafoglio è controbilanciato dalla stabilità del prezzo di altri titoli o addirittura dal movimento nella direzione contraria, allora si dice che i titoli sono poco correlati o correlati negativamente.
Quando i titoli presenti nel portafoglio sono molto correlati positivamente, il Kilovar del portafoglio si avvicina alla media del Kilovar dei singoli titoli (ponderata per i pesi di ciascun titolo all’interno del portafoglio). Quando i titoli non sono molto correlati, o sono correlati negativamente, si beneficia dell’effetto di diversificazione e il Kilovar del portafoglio è inferiore alla media del Kilovar dei singoli titoli. Maggiore è la diversificazione maggiore è lo scostamento del Kilovar del portafoglio al di sotto della media.
Il segreto per costruire un portafoglio che ben diversifica il rischio sta nell’evitare di mettere tutte le uova nello stesso paniere. Il Kilovar tiene conto del livello di diversificazione esistente fra i titoli presenti nel portafoglio. Valutare la coerenza tra il profilo di rischio di un investitore e il suo portafoglio. E qui casca l’asino. Se, come ripetiamo ormai come un mantra, i profili di rischio sono manipolati, la coerenza non esiste. Quando reagiamo? Come ho già detto sulle pagine di questo giornale, in questo Paese siamo sempre più abituati a pensare che la responsabilità dello status quo sia di qualcun altro. Molto spesso il cambiamento passa attraverso di noi. Altrimenti non lamentiamoci.